Scoprire i luoghi dell’esodo giuliano dalmata a Udine. Questo Cammino si avvicina agli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa. Nell’ambito del progetto Calendario civile, di cui è referente la professoressa Chiara Fragiacomo, si è svolta anche quest’anno un’attività didattica all’aperto per otto classi del Liceo classico “Jacopo Stellini” di Udine. Luca Gervasutti, il Dirigente scolastico, ha approvato con entusiasmo l’iniziativa didattica. 

Gli studenti delle classi 1A, 1C, 1D, 1E, 2A, 2B, 2C, 2E accompagnati dai loro docenti, hanno partecipato all’attività di Trekking urbano sui luoghi dei profughi giuliano dalmati, secondo gli appuntamenti qui riportati coinvolgendo oltre 150 allievi e una decina di insegnanti.

Il percorso ha avuto inizio dalla scuola verso Piazza Libertà, per osservare i simboli di San Marco, tanto cari agli esuli, come ricordava l’ingegnere Silvio Cattalini, nato a Zara, presidente dell’ANVGD di Udine dal 1972 al 2017. I leoni marciani ricordano ai profughi i leoni d’Istria, Quarnero e Dalmazia. Poi è stata commentata la Loggia del Lionello, su iniziale progetto di Bartolomeo Costa Sbardilini da Capodistria, detto delle Cisterne, proseguita dall’orafo Lionello.

Il cammino si è dipanato lungo alcune tappe all’interno del centro storico della città per due ore circa, secondo la disponibilità dell’orario scolastico di ogni scolaresca. Gli studenti hanno potuto così vedere palazzi, lapidi e monumenti che ricordano le tragiche vicende del Confine orientale, con l’esodo di 350mila italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia. Dopo aver notato, in piazzetta Belloni, la scultura in ferro “Sestante”, del 1999 opera dell’artista Michele Piva, nato a Fiume, le scolaresche hanno scoperto l’esistenza di una Confraternita di San Girolamo degli Schiavoni, Udine. Sorta agli inizi del Trecento, aveva la sede in Porta Ronchi. Trasferita nel 1480 nel convento di San Francesco (ora Via Beato Odorico da Pordenone), fu ancora spostata in Contrada di Boros, attale via San Francesco, nella casa d’angolo opposto a quello dell’Oratorio della Purità. La confraternita, composta da “forensi” in prevalenza slavi, aveva un piccolo ospizio. Gli statuti redatti tra il 1452 e il 1475, tra le varie, contengono una disposizione per la quale i confratelli erano obbligati anche se nell’Ospizio non ci fosse stato alcun degente, di recarsi presso i confratelli ammalati nella città e dintorni, per assisterli e confortarli secondo gli ordini del Cameraro (amministratore), pena una multa di “1 L(ibbra) di olio” per illuminazione. Il cameraro era “Maistro Iacomo de Loch”, ossia dall’attuale Škofja Loka, sopra Lubiana a 35 km di distanza. Verso la fine del Cinquecento la confraternita fu incorporata in quella di Santa Maria della Misericordia. Poi ci si è diretti in via Aquileia.

Chiesa della Beata Vergine del Carmine. Sono stati celebrati qui, nel 1953-1956, centinaia di matrimoni di giovani esuli dimoranti al Centro smistamento profughi di via Pradamano, che accolse oltre 100mila individui fino al 1960, quando chiuse i battenti. Il convento dei frati Carmelitani e la chiesa della B.V. del Carmine furono eretti in via Aquileia nel Cinquecento; la chiesa fu consacrata nel 1525. La famiglia dei frati carmelitani rimase fino al 1770, quando un decreto della Repubblica veneta deliberò che venissero soppresse alcune corporazioni religiose quando fossero formate da meno di 10 componenti; i Carmelitani di Udine dovettero abbandonare il loro convento e trasferirsi a Venezia. Vi subentrarono i Frati Minori Conventuali di S. Francesco, che lasciarono il loro convento e la chiesa per la costruzione del nuovo Ospedale di Santa Maria della Misericordia. Con sé portarono nella Chiesa del Carmine l’urna con le spoglie del Beato Odorico da Pordenone (sarcofago di Filippo De Santi del 1331) e la devozione a S. Antonio da Padova. I Francescani rimasero fino al 1806, quando per le leggi napoleoniche numerosi conventi udinese furono demanializzati, compreso quello di via Aquileia. Odorico da Pordenone, al secolo Odorico Mattiussi o Mattiuzzi (Villanova di Pordenone, tra il 1265 ed il 1270 Udine, 14 gennaio 1331), è stato un presbitero e religioso italiano dell’Ordine dei Frati Minori; evangelizzò in Oriente, fino in Cina e fu beatificato nel 1755. Suoi miracoli sono attestati nel Trecento a Pirano, Parenzo e Isola d’Istria. La successiva tappa è in via Bertaldia e via Manzini.

Parco Martiri delle Foibe, del 2010. Cippo con targa in ricordo delle Vittime delle foibe. Nel 2019 ha ricevuto dal Comune di Udine la nuova intitolazione di Parco Martiri delle Foibe, non senza subire alcuni deprecabili atti di vandalismo.

Stazione ferroviaria, lapide Donne resistenti (2011) omaggio alle ragazze e bambine che nel 1944 -1945 aiutarono i deportati ebrei (di Fiume) e di altre zone, oltre ai militari italiani imprigionati e deportati nei campi di concentramento e sterminio creati in Europa dalla Germania nazista. Rientro a scuola, in piazza I Maggio.

Alcuni siti sono stati solo descritti, poiché fuori itinerario, come Il Centro smistamento profughi di via Pradamano, 1945-1960. Da lì passarono in fuga dalle violenze titine oltre 100mila esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia, per essere sventagliati in oltre 140 campi profughi d’Italia (fonte: Guido Rumici). Lapide del Comune di Udine del 2007.

Piazzale Norma Cossetto, martire istriana, intitolazione dell’11 febbraio 2022. La giovane studentessa di Visinada fu seviziata da 16 titini e gettata nella foiba di Villa Surani. Il piazzale a lei dedicato è nel quartiere di Sant’Osvaldo, a pochi metri dal quarto Villaggio giuliano costruito a Udine, per integrare gli esuli in città.

Il professor Elio Varutti, storico e membro del direttivo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) di Udine, ha accompagnato le scolaresche tra le vie della città, illustrando e commentando le tracce della storia sul finire del Secondo conflitto mondiale, incluso il fenomeno dell’eliminazione di italiani nelle foibe, quale vendetta o pulizia etnica, in rivalsa dei patimenti subiti dagli slavi sotto il fascismo. 

Con la classe 2A c’è stato un tempo piovoso il 15 febbraio 2022, ma ugualmente ha svolto il percorso con la professoressa Elisabetta Gini e l’accompagnamento di Varutti. Tempo splendido per fortuna il 16 febbraio con la classe 2B e il professor Denis Bortuzzo accompagnatore; si ringrazia per la collaborazione la professoressa Maria Elena Roselli Della Rovere della classe medesima. A seguire il 21 febbraio la professoressa Anna Giacomarra con la classe 2C ha effettuato il Cammino del Ricordo. Come pure il 23 febbraio è stata la volta classe 1D con la professoressa Annalisa Comuzzo. Dalle ore 8:00 alle ore 9:40 la classe 1A lunedì 7 marzo è stata accompagnata dalla professoressa Silvia Redditi, la quale il giovedì 10 marzo successivo ha seguito la classe 1E. In tale occasione Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, ha portato il saluto ufficiale alla scolaresca. “Sono molto contenta di questo evento – ha detto Zuccolin – perché è utile a diffondere le conoscenze sui fatti del Confine orientale, perciò ringrazio i vostri insegnanti e il Dirigente scolastico del liceo Stellini, per la sensibilità verso questi argomenti. La nostra associazione si occupa soprattutto di ricordare i fatti complessi che accaddero alla fine e dopo la seconda guerra mondiale, perché non si può lasciare nell’oblio la sofferenza di così tante persone”.

Lunedì 14 marzo 2022, Varutti ha guidato la classe 1^ C, accompagnata dalla professoressa Beatrice Rigatti, con parenti tra i Talpo e i Luxardo di Zara. Gli allievi nei giorni successivi hanno poi prodotto un elaborato o una prova, cui ogni loro insegnante ha assegnato una valutazione per la disciplina di Educazione civica. 

L’insieme dei Cammini del Ricordo per il Liceo Stellini si è concluso lunedì 4 aprile 2022 con l’accompagnamento della classe 2E assieme alle professoresse Annalisa Comuzzo e Monica Delfabro.

 

Cenni bibliografici – Roberta Alberotanza (a cura di), Gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa: un patrimonio europeo / The Cultural Routes of the Council of Europe: a European heritage, 2021.

Guido Rumici, Catalogo della mostra fotografica sul Giorno del Ricordo, Roma, ANVGD, 2009.

Elio Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Udine, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017. Anche nel web.

https://www.academia.edu/36303656/Italiani_d_Istria_Fiume_e_Dalmazia_esuli_in_Friuli_1943-1960._Testimonianze_di_profughi_giuliano_dalmati_a_Udine_e_dintorni

Note – Itinerario a cura di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: professoressa Chiara Fragiacomo (Liceo Stellini) e Bruno Bonetti (ANVGD di Udine). Fotografie di E. Varutti, Silvia Redditi e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/